mercoledì 11 maggio 2016

La Meta (2242 mt) + Metuccia (2105 mt) + Monte a Mare (2160 mt) dai Prati di Mezzo 8 maggio 2016

Si ritorna sulle Mainarde, l'ultima volta ci sono stato a marzo dello scorso anno per una bellissima scialpinistica sulla Metuccia.

All'inizio l'idea era di andare sul Magnola (gruppo del Velino) ma le previsioni meteo per quella zona erano meno favorevoli, al contrario dei Monti della Meta.

Per me che vengo da Cerveteri il viaggio è molto lungo, infatti partendo alle 5 da casa sono arrivato ai Prati di Mezzo, insieme ai miei amici, poco prima delle 8. Viaggio comunque ampiamente ripagato dalle bellezze di questo luogo.
Partenza quindi dai Parati di Mezzo, sul posto già presente qualche altra auto ed escursionista, infatti verso la cima della Meta ci sarà un bel via vai di gente.
Percorriamo da subito il bel vallone della Meta (sent. N1) che non abbiamo mai fatto (devo assolutamente ritornarci con gli sci prossima primavera), tra residui di nevai arriviamo in poco tempo al Passo dei Monaci, da qui bellissima la visuale verso la piramide della Meta e il suo gendarme.
Dalla sella in poco tempo si è in vetta, a farci compagnia un fantastico panorama verso l'Abruzzo e il Molise.
Foto di rito e iniziamo la discesa, questa volta puntando verso sud-est per raggiungere Metuccia e Monte a Mare. Questo tratto di cresta è molto tranquillo, non ci sono ripide salite o discese, giusto qualche bozzetto da superare, tra l'altro ad aprirci la strada avevamo un simpatico camoscio che ci ha tenuto compagnia fino alla Metuccia.
La Metuccia è una cima di 2105 mt, ma c'è molta confusione riguardo la sua esatta localizzazione, nell'area dov'è situata ci sono tre bozzetti, e su tutti sono segnati il nome e la quota, secondo la mappa la vera vetta è il bozzetto centrale, noi per precauzione siamo saliti su tutti e tre, tanto si fanno in pochi minuti.
Qua ci prendiamo un po' più di pausa riposando e mangiando, peccato il meteo non sia stabile, infatti in poco tempo vediamo nuvoloni addensarsi per cui riprendiamo il cammino verso l'ultima cima che per fortuna si raggiunge in poco tempo. Monte a Mare cima di 2160 mt.
Per la discesa decidiamo di percorrere il vallone sottostante Monte a Mare, questo vallone l'avevo percorso in scialpinismo l'anno scorso. Senza neve il vallone è risultato molto incassato e pietroso, a me è piaciuto molto perché bello selvaggio, comunque non c'è sentiero quindi bisogna fare attenzione per individuare i passaggi migliori.
Finito il vallone in poco tempo si arriva al parcheggio dei Prati di Mezzo.

In conclusione, Mainarde bellissime, sono uno di quei posti quasi incontaminati per cui vale la pena effettuare anche un viaggio lungo per fargli una visita. Io personalmente penso ci tornerò più spesso vista la presenza di montagne bellissime come il Forcellone, Cavallo, Tartaro, ecc.


Località di partenza: Prati di Mezzo (1430 mt)
Dislivello: 1100 mt
Sviluppo: 14 km
Difficoltà: EE
Gruppo Montuoso: Mainarde

Traccia:


Foto:

Parcheggio dei Prati di Mezzo

Vallone della Meta

Da Passo del Monaci la piramide della Meta a sinistra e il suo gendarme a destra

Verso Metuccia e Monte a Mare

Camosci

Quasi in vetta alla Meta


La Metuccia (vera)

Dalla Metuccia, il ripido pendio del versante molisano di Monte a Mare

In vetta alla Metuccia, in questo caso errata, è un bozzetto a 2161 mt

Monte a Mare

In vetta su Monte a Mare, sullo sfondo al centro La Meta

Vallone di Monte a Mare





                                       Ultimi metri del vallone, molto incassato e roccioso



Tutte le foto qui!

lunedì 18 aprile 2016

Monte Tarino (1961 mt) da Fiumata 17 aprile 2016

È un po' di tempo che non scrivo qualcosa sul blog, un po' per mancanza di tempo ma principalmente per la poca voglia che mi ha preso in questi ultimi mesi.

Riprendiamo mano la penna (o la tastiera in questo caso) per una nuova relazione che riguarda l'escursione di domenica scorsa.

Insieme ad un mio amico decidiamo di andare sui Simbruini, nella zona di Filettino, per un escursione molto naturalistica che percorre le sorgenti dell'Aniene. In verità volevamo andare in tutt'altra zona, sulle montagne del Velino o del Sirente, ma rimanendo solo in due abbiamo preferito stare più vicini.

Partiamo da Fiumata, parcheggiando lungo uno slargo nelle vicinanze di un campeggio, percorriamo come via di salita il vallone di Acqua Corore (sent. 693a). I primi 3 km si percorrono lungo una strada sterrata a fianco della sorgente che con piccole rapide ci tiene compagnia. Il vero sentiero inizia poco più su dopo uno sbarramento roccioso (probabilmente si forma una cascata nelle stagioni molto piovose), da questo punto la traccia si fa via via più ripida e faticosa, fino all'uscita sulla rotonda cresta boscosa. In pochi minuti si esce dunque dal bosco dove inizia a intravedersi la vicina vetta del Tarino a quota 1961 mt.
Poche chiazze di neve, dove a metà aprile si dovrebbe avere un cospicuo e continuo manto nevoso, stagione avanti di un mese e mezzo causa la scarsità di neve caduta durante la stagione invernale e il caldo che da due settimane attanaglia il centro Italia.
Dopo un ultima rampa ripida si raggiunge senza difficoltà la vetta. Il panorama è bellissimo grazie al cielo sereno, anche se all'orizzonte è presente parecchia foschia. L'unica nota dolente è il vento forte presente sulla cresta.
Dopo le foto di rito decidiamo di non pranzare in vetta e di scendere subito per l'altro versante e di mangiare in una radura, denominata Monna della Forcina, posta alla base della cresta.
La cresta est del Tarino è una piacevole scoperta, non l'avevo ancora mai percorsa. Abbastanza stretta e affilata in certi punti con un paio di passaggi rocciosi dove una mano sulla roccia per l'equilibrio è bene metterla, d'inverno con la neve penso non debba essere assolutamente banale.
In un'oretta circa arriviamo a Monna della Forcina dove mangiamo prima di intraprendere l'ultimo tratto che ci riporterà alla macchina.
Per la via di discesa prendiamo Valle Forchitto (sent. 693b), seguendo in pratica un altro ramo della sorgente dell'Aniene. Percorso decisamente più movimentato rispetto a quello di salita, qui il torrente si incassa in maniera più marcata creando rapide e cascatelle più grosse.


In conclusione consiglio questo giro per chi ha un po' di allenamento, il dislivello e la lunghezza non sono da sottovalutare (1050 mt x 15 km). La zona naturalisticamente parlando è splendida, con le sorgenti e la ricca foresta di faggi, non è neanche raro beccare qualche animale selvatico.


Località di partenza: Fiumata (925 mt)
Dislivello: 1050 mt
Sviluppo: 15 km
Difficoltà: EE
Gruppo Montuoso: Monti Simbruini


Traccia:



Foto:





Salendo per il Vallone di Acqua Corore
All'uscita del bosco
Poche chiazze di neve sopra i 1800 mt
La nostra meta



La cresta est

Monna della Forcina